March 01, 2007

La Fordongianus ebraica(Sardegna)

In Sardegna la memoria del popolo eletto è racchiusa in un libro lungo duemila anni.Ma in questa storia affascinante molte pagine appaiono cancellate.Che gli ebrei siano rimasti a lungo nell’isola non è un mistero.Così come non è un mistero che avessero le principali colonie nei porti.E’ invece meno noto che una delle loro basi più forti si trovasse a Fordongianus, ultimo avamposto nella pianura prima della Barbagia. Proprio qui, nel cuore della Sardegna, i discendenti di David hanno esercitato per secoli commerci e professioni.E proprio da qui, dalla chiesa di San Pietro, dove sono state trovate alcune delle più rilevanti tracce della presenza ebraica nell’Oristanese, può cominciare un interessante percorso: alla ricerca del tempo perduto di una comunità forse scomparsa dall’isola solo in apparenza. Sullo sfondo, Fordongianus, conosciuto sin dall’antichità per le terme. Un paese che, attraverso vie alternative, pensa a un nuovo sviluppo. Facendo nascere altri stimoli culturali e valorizzando il passato sotto ogni aspetto.La valle del Tirso è abitata sin dal Neolitico. Nel territorio le testimonianze più antiche sono rappresentate dalle necropoli di Domigheddu e Gularis. Numerosi anche i nuraghi e le domus. Fin da quel remoto periodo il villaggio comincia ad avere rilievo. Ma perché si capisca pienamente l’importanza della sua posizione strategica bisognerà attendere i latini: Roma trasformerà l’abitato in una cittadella in grado di difendersi dagli attacchi dei barbaricini che si oppongono alla completa conquista dell’isola. Da Aquae Hypsitane, Fordongianus viene così ribattezzato Forum Traiani, in onore dell’imperatore. E le sue acque cominciano a venire sfruttate per scopi termali.In questi secoli arrivano in Sardegna i primi figli d’Israele. Molti raggiungono presto l’interno dell’isola. Non solo Tharros e Oristano. Anche gli attuali centri di Samugheo, dove a Planu de laccos si trova un ipogeo giudaico nella roccia, e Marrubiu, nelle cui immediate vicinanze scavi archeologici hanno portato alla luce lampade votive chiaramente ebraiche. In breve tempo, arrivano a Fordongianus parecchie altre famiglie appartenenti al popolo costretto a lasciare la Palestina.Scrive lo studioso Pier Giorgio Spanu nel catalogo delle recenti mostre sui segni di queste presenze nell’isola: "Forum Traiani ha rivelato nell’area periferica sud occidentale, successivamente sede della chiesa di San Pietro, un cimitero ebraico con tombe a cassone che, al momento della scoperta, restituirono lucerne raffiguranti il candelabro a sette bracci e temi iconografici del Vecchio Testamento". Manufatti realizzati presumibilmente da artigiani che operavano nel Nord Africa tra la fine del quarto e l’inizio del quinto secolo.Non è l’unica traccia lasciata in queste terre dai figli d’Israele.Dice l’archeologo Raimondo Zucca, docente universitario a Sassari e direttore dell’Antiquarium arborense: "In quel periodo dell’antichità le diverse popolazioni convivevano pacificamente. La stessa politica antigiudaica che in precedenza aveva portato all’arruolamento forzato degli israeliti in Sardegna, non appartiene alla tradizionale strategia imperiale: va considerata un fatto del tutto clamoroso, eccezionale". Un’ipotesi è dunque che, dopo il rientro a Roma della legione inviata in Sardegna, altri ebrei siano arrivati nell’isola, probabilmente dalla Cirenaica. Dovrebbero essere stati proprio loro, piuttosto che quelli militarizzati, a essersi stabiliti definitivamente nella valle del Tirso.Non tutto, comunque, è trasparente. Nonostante l’impegno di molti studiosi, prima fra tutti Cecilia Tasca, in diversi casi mancano notizie sicure. E così su tanti capitoli della vita degli ebrei sardi continua a regnare l’incertezza. Rivela ancora Zucca: "Tra le altre lucerne con le menorah, o candelebri a sette bracci, nel Barigadu ne è stata ritrovata una molto particolare: raffigurava il sacrificio d’Isacco. Purtroppo è andata perduta. Ma attesta, insieme con tanti altri resti archeologici, la diffusione della cultura giudaica in questa zona". Aggiunge il giovane parroco di San Pietro, don Giuseppe Pani: "Mi occupo anche di San Lussorio, alla periferia del paese. Ebbene, non ho prove certe, ma, come altri sacerdoti più esperti di me sulla religione ebraica, ho ricavato la sensazione che alcuni mosaici di questa chiesa siano stati realizzati da un israelita. Potrebbe trattarsi di un artista convertito al cattolicesimo, considerato che la Torah vieta le immagini. Ma la differenza rispetto a tutte le altre opere custodite a San Lussorio balza agli occhi: quei tasselli costituiscono figure lineari, schematiche, del tutto originali. Non è finita. C’è anche una fonte che richiama la sorgente d’acqua viva, la mikvè, tipica dell’ebraismo".Ma c’è di più. Se con il dominio spagnolo la presenza dei discendenti di Abramo si consolida e si diffonde ulteriormente anche nel Centro Sardegna, proprio nella valle del Tirso restano le tracce più evidenti di questo passaggio. Attestate da alcuni cognomi. Come Tola, Atzeni e Atzei, Loddo, Salis, Sanna, Uda. Tutti considerati dagli esperti di chiara derivazione ebraica. Retaggio e testimonianza di un altro sopruso subìto dal popolo eletto: alla fine del Quattrocento, quando i figli di Gerusalemme furono costretti a scegliare se lasciare tutti i territori del re di Spagna o convertirsi al cristianesimo, molti tra coloro che abiurarono restando nell’isola dovettero addirittura cambiare nome.
Non è così escluso che parecchie famiglie, nel Barigadu, siano di origine ebraica e neanche lo sappiano. E’ insomma il caso di una comunità che, senza cessare di esistere, si è integrata con un’altra. Sino a perdere i tratti distintivi della sua identità religiosa e culturale.Di questi tempi, del resto, a Fordongianus gli abitanti stanno organizzandosi al meglio per valorizzare il paese. Troveranno così il modo più opportuno per dare risalto anche a quest’aspetto meno noto della loro storia plurimillenaria. Molti passi avanti sono già stati fatti. Altri sono in programma a breve scadenza.
(La Nuova Sardegna 3 Marzo 2004 , di Pier Giorgio Pinna )Para llegar a Fordongianus:

1 comment:

Anonymous said...

Feliz año nuevo
Felicidades a tu familia.
Nos veremos algun dia-